ROMA (ITALPRESS) – Il percorso di transizione energetica, secondo la visione di Confindustria Energia, realtà che rappresenta tutta la filiera dei produttori e distributori di energia, potrà compiersi solo preservando i valori di equità e inclusione sociale, su cui fa leva il modello della just transition.
L’origine di questa conferenza, dal titolo “La sostenibilità della transizione energetica: la capacità di un sistema di fare sinergia” nasce, infatti, proprio dalla considerazione che non bisogna mai dimenticare che gli obiettivi ambientali, che tutti noi ci stiamo ponendo per contrastare il cambiamento climatico, debbono essere sempre coniugati agli imprescindibili aspetti economici e sociali.
“Le tensioni e i conflitti che stanno interessando più regioni del mondo, inoltre – ha sottolineato Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia – e le dinamiche economiche globali non possono che farci riflettere in merito alla determinazione con cui intraprendere azioni coraggiose a livello europeo, nazionale e territoriale per nuovi modelli di crescita, di produttività e di investimenti fino ad arrivare sul fronte degli approvvigionamenti energetici, per restituire competitività e autonomia strategica alle imprese e al Paese”.
E tale obiettivo non può appunto prescindere, per Confindustria Energia, dalla neutralità tecnologica che coniuga tutti questi elementi con la dimensione temporale, restituendo tempestività alle azioni con cui impegnarsi da qui ai prossimi decenni. Oggi si parla di molteplici soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione, di competitività e di costi, ma se non si rispettano i tempi della transizione per chi l’energia la produce e la innova nulla di tutto ciò potrà compiersi.
E’ dunque necessario puntare su tutte le tecnologie, a partire dal gas fino alle soluzioni green e low carbon come energie rinnovabili, idrogeno, biocarburanti e biocombustibili, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio della CO2 fino al nucleare. Tutto ciò senza dimenticare i settori convenzionali, valorizzando e riconvertendo gli asset esistenti con grande attenzione alla sostenibilità, sia ambientale sia sociale.
Un’attenzione alla sostenibilità che porterà ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali, tra cui l’acqua, stando sempre attenti alla filiera delle materie prime critiche, il cui approvvigionamento, seppur complesso, è strategico per lo sviluppo industriale e tecnologico.
Un sistema sinergico e integrato, che pone grande attenzione allo sviluppo di un adeguato sistema infrastrutturale e di interconnessioni, può fare dell’Italia un vero hub energetico, valorizzando la cooperazione con Paesi terzi e in particolare con i Paesi del Mediterraneo.
Previsti al 2030 in Italia 230 miliardi di euro di investimenti, prevalentemente privati, con la creazione di 500mila posti di lavoro e la salvaguardia di un altro milione.
“Questo sistema, il Sistema delle imprese di Confindustria Energia – sottolinea il presidente Brusco – è in grado di mobilitare, per il raggiungimento degli obiettivi posti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030 investimenti, prevalentemente privati, pari a 230 mld di euro con la salvaguardia di quasi 1 milione di posti di lavoro e la creazione di altri 500mila”.
“Senza dubbio – ribadisce il presidente di Confindustria Energia – per realizzare questa strategia di business, che non è una semplice visione, ma un piano di investimento industriale reale, dobbiamo poter contare su un sistema di governance che possa sostenere un quadro normativo e regolatorio certo e affidabile”.
Le recenti dinamiche industriali impongono, infatti, di individuare una serie di azioni che possano ridurre il divario del costo dell’energia, sia elettrica sia gas, sul mercato europeo ed internazionale a scapito dell’industria italiana.
E ‘importante quindi convergere sulle azioni chiave necessarie per definire un piano strutturale di sviluppo della filiera industriale ed energetica, accelerando la decarbonizzazione, incrementando la sicurezza energetica e mantenendo al contempo il focus sulla competitività, sullo sviluppo della filiera nazionale e sull’occupazione.
Dopo l’intervento in apertura del presidente Brusco, che ha tracciato le linee guida per Confindustria Energia, ha preso la parola Stefano Besseghini, Presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che ha parlato dell’importanza della regolazione per quanto riguarda le strade da seguire nel percorso che ci deve portare al raggiungimento della sostenibilità energetica. Dopo la sua allocuzione, Guido Brusco e Davide Tabarelli, presidente e Fondatore di Nomisma Energia e Professore a contratto presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna, hanno dato vita ad un dibattito incentrato sul ruolo centrale che l’energia ricopre all’interno del difficile scenario geopolitico attuale. Successivamente, un contributo di Nicola Procaccini, presidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei al Parlamento Europeo e Responsabile Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia, ha sottolineato la necessità di rivedere quanto proposto dal Green Deal alla luce dell’ultimo, complesso, periodo che l’Europa ed il mondo stanno vivendo. I lavori sono poi proseguiti con una tavola rotonda animata da Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, e Emanuela Trentin, chief executive officer di Siram Veolia. “La sostenibilità della transizione energetica, tra mercato e scelte politiche” è stato l’argomento al centro del loro dibattito. Ha chiuso i lavori il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dalla moderatrice della Conferenza, la giornalista del Sole 24 Ore, Celestina Dominelli. Un’attenta analisi della situazione italiana e dello scenario mondiale sono stati gli argomenti al centro del colloquio.
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(ITALPRESS).

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